Frattura di Jones e del 5° metatarso

Cos’è?

Una frattura di Jones interessa la parte prossimale del 5° osso metatarsale, in una regione nota come giunzione metafisaria-diafisaria. La frattura prende il nome dal chirurgo inglese sir Robert Jones che se la procurò danzando. La frattura si verifica a circa 1,5 cm dalla tuberosità del 5° metatarso. Si tratta di un’area con limitato apporto di sangue già in condizioni normali. La frattura interrompe le arterie intramidollari diafisarie che contribuiscono al nutrimento della base del 5° metatarso. Questa interruzione crea una situazione di insufficiente vascolarizzazione che ostacola il processo di guarigione.

Quando si verifica una frattura di Jones i tendini dei muscoli peroneus brevis e peroneus terzius, che si inseriscono il primo sulla tuberosità e il secondo sulla diafisi distalmente alla linea di frattura , esercitano una trazione divergente sui due capi articolari, contribuendo ad ostacolare la guarigione.

Le cause delle fratture del 5° metatarso

In base alle cause possiamo distinguere tre tipologie di fratture:

Frattura traumatica: conseguente ad un impatto improvviso diretto sulla regione del V metatarso. E’ fequente soprattutto in sport come il calcio, il basket e negli sport da combattimento come karate, kick Boxing, ecc..

Frattura da strappo: è la condizione più frequente, in cui durante una distorsione di caviglia in inversione una porzione parcellare dell’osso si strappa in seguito alla trazione del muscolo peroneo breve, sulla tuberosità dell’osso metatarsale. La trazione improvvisa , è la conseguenza dello stiramento e della relativa contrazione riflessa del muscolo nel tentativo di contenere l’entità della distorsione.

Frattura da stress: Le ossa sono una struttura viva in continuo rimodellamento. Normalmente esiste un delicato equilibrio tra l’azione costruttiva degli osteoblasti e l’azione rimaneggiante degli osteoclasti. Il continuo rimodellamento osseo è il risultato della azione ormonale, del metabolismo fosfo-calcico, dell’alimentazione e soprattutto delle forze di trazione e compressione applicate alle ossa. Un eccesso di sollecitazioni meccaniche, come ad esempio un elevato numero di impatti con il terreno con un assetto di volo del piede che applichi la maggior parte del carico sulla parte esterna del piede può favorire l’azione rimaneggiante nelle zone ipersollecitate. Si verificano così le fratture da stress, ovvero fratture senza trauma efficiente, ma per il progressivo indebolimento della struttura ossea..

A livello del 5° metatarso prossimale si possono identificare tre tipi di frattura in rapporto alla zona interessata:

  • frattura per avulsione della tuberosità
  • frattura di Jones
  • frattura da stress

Le fratture di Jones si estendono verso l’articolazione tra il 4° e il 5° metatarso. Le fratture da stress si verificano invece distalmente all’articolazione tra il 4° e il 5° metatarso.

Come si diagnostica una frattura del 5° metatarso

Una frattura del 5° metatarso si accompagna sempre a dolore che compare generalmente in seguito ad un evento traumatico. La diagnosi della frattura del 5° osso metatarsale si basa sulle proiezioni radiografiche in anteroposteriore, laterale ed obliqua. Nel caso di una frattura da stress può essere necessaria una Tc o una Risonanza Magnetica, per mettere in evidenza l’edema e la rima di frattura.

Trattamento delle frattura del 5° metatarso

Nel caso di una frattura composta sarà confezionato un gambaletto di gesso senza includere il ginocchio, mettendo il piede in leggera supinazione per detendere i muscoli che hanno determinato lo strappo osseo. Oggi sempre più spesso vengono utilizzati dei tutori Walker, che limitano il movimento e facilitano la guarigione. Tali tutori hanno il vantaggio di permettere una igiene della zona, ma devono essere indossati sempre anche di notte.

L’immobilizzazione dovrà essere tenuta per un periodo compreso tra  3 e 5 settimane. Oltre tale periodo si rischia di ottenere un effetto negativo con l’induzione di fenomeni osteoporotici.

Trattamento chirurgico

Nel caso di frattura scomposta, sotto un certo grado di scomposizione può essere opportuno non operare, ma se i due monconi sono molto distanti, è fondamentale ridurre la frattura mediante una vite o una placca, per permettere un recupero corretto. Dopo la ricomposizione sarà nuovamente confezionato un tutore gessato, o prescritto un tutore walker per immobilizzare il piede e la caviglia. I tempi di recupero variano comunque tra i 15 e i 30 giorni.

Fratture 5° metatarso e Riva Method

Qualunque sia stato il trattamento della frattura, per evitare le recidive saranno determinanti le scelte riabilitative. Infatti se non vengono rimosse le cause che hanno favorito la frattura la recidiva diventa un evento probabile..

Quando si parla dei meccanismi causali delle fratture del 5° metatarso si dimentica di considerare le caratteristiche strutturali del piede come determinante iniziale. È infatti evidente che il modello di vita dei paesi sviluppati porta a un progressivo decadimento strutturale e funzionale dei piedi con una drammatica situazione di fragilità anatomica a livello muscolare, capsulo-legamentosa, tendinea e ossea. Nei giovani la situazione è ancora peggiore in quanto il processo di maturazione del piede rimane incompiuto sia da un punto di vista anatomico che funzionale con ripercussioni negative a breve, medio e lungo termine anche su altri distretti (come il ginocchio e il rachide).

Il fattore causale più importante è rappresentato dall’assetto di volo del piede, che invece di mantenere in fase aerea un assetto neutrale si presenta in inversione più o meno accentuata per la debolezza dei muscoli pronatori e la prevalenza relativa dei supinatori. . Questa situazione favorisce le distorsioni in inversione e concentra sul 5° metatarso lo stress meccanico ad ogni atterraggio. Per comprendere meglio il meccanismo possiamo prendere il caso di un’automobile che ha contemporaneamente una ridotta efficacia dei freni e una minor spazio di frenata a disposizione (per evitare il tamponamento con l’auto che la precede).

Il Riva Method agisce quindi a livello preventivo a tre livelli con l’allenamento propriocettivo ad alta frequenza (HPT):

Nella fase pre-impatto riequilibra l’assetto di volo del piede, in modo da evitare la concentrazione dello stress meccanico in una piccola zona del piede (5° metatarso).

Nella fase d’impatto:

  • minimizza le sollecitazioni meccaniche che l’individuo genera e che vengono applicate alle strutture del piede
  • aumenta la resilienza strutturale del piede migliorando la capacità di assorbire gli stress meccanici senza danni  

Dopo una frattura del 5° metatarso il Riva Method può essere applicato da quando è nuovamente possibile il carico. Somministrando decine di migliaia di sollecitazioni con il sistema Delos è possibile riequilibrare l’assetto di volo del piede e indurre un rimodellamento strutturale che interessa muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari e ossa. Sono necessari 3-4 mesi di lavoro sistematico per ottenere risultati altrimenti irraggiungibili. Già dopo le prime settimane il paziente inizierà a percepire cambiamenti significativi che diventeranno sempre più importanti nel corso del tempo.