Skip to main content

Come funziona il metodo Riva?

Il meccanismo alla base del Metodo Riva può essere riassunto in un’unica potente affermazione:

“Siamo ciò che facciamo”

Il Metodo Riva risveglia il potenziale del soggetto dopo anni di disuso.

01.

Effetto A

Allenamento propriocettivo ad alta frequenza.

Miglioramento del controllo propriocettivo per ridurre l'instabilità in appoggio monopodalico. Questo effetto attenua, fino a rimuovere, le cause meccaniche del processo infiammatorio responsabile di molte patologie.

02.

Effetto B

Garantire un controllo propriocettivo duraturo.

Un volume adeguato di HFPT assicura un controllo propriocettivo duraturo e previene il calo delle prestazioni causato dall'aumento dell'instabilità dovuta alla fatica propriocettiva.

03.

Effetto C

Rimodellamento dei tessuti articolari.

L'applicazione di decine di migliaia di trazioni a intensità medio-bassa, categorizzate per distretto, promuove il rimodellamento strutturale e migliora la resilienza dei legamenti e dei tessuti articolari.

04.

Effetto D

Attivazione della Riserva Funzionale.

La somma degli altri effetti - in particolare gli effetti A e B - attiva la riserva funzionale presente in ogni individuo.

Stabilità monopodalica

Sistemi sensoriali coinvolti

Movimenti e postura si basano su un formidabile sistema di raccolta delle informazioni.
In particolare, sono coinvolti tre principali canali sensoriali:

01.

Il sistema propriocettivo

È il principale stabilizzatore e rappresenta una rete capillare di sensori, presenti nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni, in grado di informare ad alta velocità i centri nervosi.

02.

Il sistema visivo

Interviene come stabilizzatore secondario ed è un vero e proprio meccanismo di puntamento in grado di “ancorare” il corpo a punti di fissazione ambientali, migliorando la stabilità basata sulle informazioni propriocettive;

03.

Il sistema vestibolare (sistema di emergenza)

È l'ultimo meccanismo a entrare in gioco perché ha una soglia di attivazione più alta. La sua latenza maggiore consente l'azione congiunta degli altri due sistemi (sistema di precisione) di gestire la maggior parte delle situazioni posturali in modo più raffinato. Rappresenta un mezzo di emergenza che prevale sugli altri due sistemi quando la destabilizzazione della testa supera una certa entità e accelerazione

Sistema sensoriale su cui si basa il controllo del movimento. (D.Riva, C. Mamo, et al..Single Stance Stability and Proprioceptive Control in Older Adults Living at home: Gender and Age Differences. Journal of Aging Research, 2013)

Oltre la propriocezione

Perché “Oltre la propriocezione”? Perché, oltre a ottimizzare il controllo propriocettivo, il Metodo Riva basa gran parte della sua efficacia sulla capacità di indurre un “rimodellamento strutturale” e un aumento della “resilienza” delle centinaia di legamenti e capsule articolari presenti nell’arto inferiore (in particolare nella caviglia e nel piede) e nella colonna vertebrale. La resilienza è definita come la capacità di un materiale (in questo caso il tessuto connettivo) di deformarsi e poi tornare al suo stato iniziale, senza danni, quando la forza deformante cessa la sua azione. Questo aumento di rigidità e resilienza contribuisce notevolmente a migliorare la protezione di queste strutture, insieme all’azione più rapida e potente dei muscoli stabilizzatori.

Allenamento propriocettivo ad alta frequenza (HPT)

Il Metodo Riva ha dimostrato di ridurre le distorsioni della caviglia dell’81%, un livello di efficacia mai raggiunto prima in studi pubblicati a livello internazionale.
Il Metodo Riva si basa sull’“Allenamento Propriocettivo ad Alta Frequenza” (HPT), un metodo di allenamento e riabilitazione caratterizzato da due componenti:

L’allenamento del fuso

L’allenamento del fuso aumenta la forza e la velocità di intervento dei muscoli stabilizzatori (freni attivi) generando riflessi propriocettivi ad alta frequenza e un corrispondente numero di contrazioni muscolari.

L’allenamento per la resilienza legamentosa

L’allenamento per la resilienza legamentosa (stabilizzatori passivi) aumenta la capacità del tessuto connettivo di deformarsi senza danni e di tornare al suo stato pre-evento quando le forze di trazione applicate durante l’evento distorsivo cessano.